RECENSIONE: Un artista di quarant’anni che non pone limiti tra la vita e la musica: una vita vissuta prevalentemente on the road e una una musica più che mai satura della propria anima creativa. Mark Lanegan si può considerare l’ultimo discendente di una rara stirpe di musicisti, capaci di elevare in modo esponenziale le proprie canzoni fino al punto di consumare il proprio spirito, ormai totalmente messo a nudo. Una performance degna di un artista dotato di notevole carisma e con un talento interpretativo che supera notevolmente la capacità di scrittura. Un fascino caratterizzato da una voce roca e profonda che riscalda l’atmosfera. Il ritmo a volte folk, a volte rock, a volte psichedelico deriva da una ricco bagaglio musicale. Cantante degli Screaming Trees (coi quali pubblicò un EP con la collaborazione di nomi di rilievo come Kurt Cobain e Chris Novoselic dei Nirvana), fu etichettato come musicista grunge. Il disco sottolineò i riferimenti di Lanegan: Tim Buckley, Nick Cave, Leonard Cohen e David Crosby, e lo spinse a produrre il primo album solista: “The winding sheet” nel 1990. Quattro anni più tardi incise il suo capolavoro: “Whiskey for the holy ghost”, lavoro in bilico tra country, rock, blues e psichedelia. Lanegan proseguì la sua carriera sfornando altri tre album in quattro anni: “Scraps At Midnight” - album malinconico ispirato all’atmosfera dell’immenso deserto di Joshua Tree dove è stato registrato; “I’ll Take Care Of You” - omaggio ai suoi maestri ispiratori e soprattutto a Leonard Cohen; “Field Songs” uscito nel 2001 e considerato finora il miglior album della discografia di Lanegan, una miscela tra la voce roca e severa e musica ammorbidita. Nel 2003 Lanegan torna con l’Ep “Here Come The Weird Chill”. Nel 2004 esce “Bubblegum” (al quale è stato dedicato il tour), secondo disco a nome della Mark Lanegan Band; ultimo capitolo verso una matura forma di blues-rock elettrico, influenzato dall’esperienza dei Queen of the Stone Age , di cui Mark entra a far parte nel 2001. Lanegan strega e incanta con la sua voce e la sua musica, tanto che nomi come Pj Harvey (canta in 'Hit The City' e 'Come To Mè), Josh Homme, Nick Olivieri (Kyuss/Queens of the Stone Age ecc”¦), Izzy Stradlin e Duff McKagan (Gun’n’Roses/Velvet Revolver), Greg Dulli (Afghan Whigs e Twilight Singers), Chris Goss (Master of Reality) e altri, hanno deciso di collaborare, ognuno a suo modo, alla realizzazione dell’ultimo album. Il tutto ha permesso a Lanegan di costruirsi un ruolo fondamentale nella scena del rock "alternative" degli ultimi anni. La perormance live è dunque caretterizzata da inquiete e suggestive ballate, sonorità a volte aggressive e composizioni più malinconiche. Mark Lanegan si è dimostrato cantore di folk-blues oscuro, mescolato a un rock d’impatto. Il risultato potrebbe sembrare instabile e sbilanciato, ma in realtà adombra un lavoro magnifico e soprattutto completo. Danila Luppino Photo Alessio Beretta